Il Quintetto

Associazione Atistica Europea - Roma

Produzione Spettacoli

Il vostro concerto chiavi in mano. Un concerto, per gli artisti, é un compito gravoso: lo studio, le prove, la scaletta, la scelta dei brani... Perchè impazzire anche con la burocrazia (SIAE, ENPALS, permessi comunali, ecc.), con la promozione (stampa dei volantini, manifesti, diffusione, locandine, ecc.) e con l'organizzazione della serata (sala, addobbi, hostess, bottghino e border)? L'associazione Il Quintetto può fare per Voi tutto il lavoro necessario alla buona riuscita di un concerto o una manifestazione musicale. Contattateci con le Vostre proposte e noi vi presenteremo le nostre proposte con un completo preventivo dei costi.
 

Concerto del Soprano Li Guoling

Roma, Lunedí 1° Maggio 2017 - ore 18:00

Concerto primo maggio
Presso l'Aula Magna della Facoltàvaldese di Teologia in via Pietro Cossa 40 (Piazza Cavour) si terrà il Concerto del Famoso Soprano Li Guoling e del Maestro Concertatore e pianista Rolando Nicolosi. Musiche di Massenet, Puccini, Puccini Nicolosi, Verdi, Mascagni, Rossini e Cilea.
INGRESSO LIBERO
 
 

Strepitoso successo al Gran Gala Lirico

per celebrare i 60 anni di carriera artistica del M° Rolando Nicolosi

La cultura argentina a Roma parla italiano: potrebbe sembrare un’affermazione azzardata, ma in realtà è assolutamente vera, come è testimoniato dallo splendido Gran Gala Lirico che si è svolto nell’Auditorium della Casa Argentina a Roma, in Via Veneto.
Il programma era costituito, con qualche eccezione, da arie tratte da opere liriche italiane, ed il gran Galà era dedicato al Maestro Rolando Nicolosi, il re dei pianisti collaboratori, argentino ma figlio di italiani . La serata si inserisce nell’ambito dei festeggiamenti per i suoi sessanta anni di carriera musicale, sia come solista sia come maestro collaboratore al pianoforte, sia come compositore. E' stata infatti eseguita la sua dolcissima Ave Maria, composto per l’anniversario dell’apparizione della Madonna di Lourdes, ed una melodia splendida e commovente, su versi della sorella del Maestro, la poetessa Nilda Nicolosi “La Musica es Vida”.
Hanno partecipato al concerto, applauditissimi, il famosissimo soprano argentino Haydée Dabusti ed il tenore italiano Aleandro Mariani, giovane validissima promessa del canto lirico internazionale.
Ogni aria ed ogni duetto sono stati accolti da applausi scroscianti da parte del pubblico che gremiva la sala, pubblico argentino ed italiano, competente ed appassionato, tra cui l’Ambasciatore della Repubblica Argentina presso la Repubblica Italiana, S. E. Torcuato Di Tella, l’Addetto Culturale, il Dott. Federico González Perini, ed il Direttore del Conservatorio di Santa Cecilia, faro della musica italiana nel mondo, il Maestro Alfredo Santoloci.
Oltre alle meravigliose, universali arie tratte da opere italiane, interpretate magistralmente, Carlos Gardel: “El día que me quieras” come la Wally di Alfredo Catalani, da cui il soprano Haydée Dabusti ha eseguito lo struggente Addio dal primo atto, e la drammatica aria di Elisabetta di Valois dal Don Carlo e “Pace, pace mio Dio” della Forza del destino di Giuseppe Verdi e “Vissi d'arte” di Giacomo Puccini. “La Musica es Vida “ interpretata con grande sentimento e bravura dal tenore Aleandro Mariani, il quale l'ha dedicata alla memoria dell'indimenticabile e legendario Maestro Claudio Abbado. Inoltre il tenore Aleandro Mariani ha interpretato “Tutto parea sorridere” dal Il Corsaro, “La donna è mobile” dal Rigoletto di Giuseppe Verdi, dalla Madama Butterfly “Addio fiorito asil” e dalla Tosca “E lucevan le stelle” di Giacomo Puccini.
Sono stati eseguiti i famosi duetti dalla Madama Butterfy e dalla Bohème di Giacomo Puccini .
Il Maestro Rolando Nicolosi è stato anche apprezzatissimo solista al pianoforte e compositore, eseguendo, tra altri brani, una sua Parafrasi su temi della Turandot di Giacomo Puccini.
E qui vorrei citare delle parole tratte da un articolo del famosissimo critico musicale, Maestro Luigi Fait:
“Rolando Nicolosi, in questa serata - come del resto in tutte le ormai leggendarie tappe della sua carriera (ne sono, orgogliosamente, testimone diretto) è sembrato non semplicemente il “pianista” della star di turno, ma, senza esagerare, il padre, la guida spirituale, l'amico sincero. Inoltre, di Nicolosi affascinano il tocco, un controllo sulla tastiera che ci rammenta i grandi Horowitz, Serkin, Zecchi, Arrau, e ancora l'entusiasmo nelle pagine che lui suona. Sembra quasi che le scopra e che le ricrei appositamente per noi. Di rilievo, il suo totale votarsi a momenti notorialmente sinfonici di alcuni capolavori, cogliendo lo spirito poetico e teatrale di ciascuna battuta, tradotta al pianoforte sia con estreme delicatezze sia con energici suoni scolpiti a dir poco nel marmo. Stupiscono in Rolando Nicolosi la serentitá, l'amabile sorriso, la confidenza con gli inseparabili Rossini, Donizetti, Verdi, Puccini. E al verticie delle lodi che gli tributiamo, spicca in quest'occasione un particolare riconoscimento dei suoi “cantabili”. Quando egli interpreta per esempio la “Meditazione” di Massenet, scritta originariamente per violino e orchestra, nessuno in sala rimpiange l'aulico arco e segue il magico suono del pianoforte con le lacrime agli occhi.”
Tutti i brani in programma sono stati introdotti con una breve, ma efficace presentazione da Orchidea Salvati, docente di Estetica Musicale presso il Conservatorio di Santa Cecilia: anch’ella ha ricevuto la sua parte di applausi, per aver facilitato con le sue spiegazioni ai non addetti ai lavori la comprensione di questi meravigliosi brani di musica italiana.
Vincenzo Niutta
 
 

60anni di carriera del leggendario musicista italo-argentino

che ha trionfato e continua a trionfare in tutto il mondo

M° ROLANDO NICOLOSI

Una domenica di una decina d'anni fa, mi capitò di passare davanti a Sant'Andrea della Valle, la chiesa - per intenderei - con la cappella degli Attavanti (quella del primo atto della Tosca). È la stessa in cui, negli afosi pomeriggi estivi del soggiorno romano del 1827, Stendhal si rifugiava e si sedeva "per trovare un po' di frescura e - la testa rovesciata e appoggiata sulla spalliera - per liberarsi da tutti i legami terrestri". Vedo qui il manifesto di un concerto di Rolando Nicolosi totalmente dedicato a Franz Liszt. Entro e ascolto le sue parole d'introduzione. Il Maestro annuncia che offre il récital a Dio. Calcolo che vi si stipino, sedute e in piedi, oltre duemila persone. 
A dispetto del Vicariato, che proibisce il pianoforte nei luoghi di culto, sul presbiterio domina un grancoda. Così, per la prima volta nella storia, ai piedi di un altare ammiriamo da un pianista quel Liszt mistico che stava purtroppo marcendo negli archivi. Il giorno dopo Nicolosi mi confida al telefono che la sua vita è da poco cambiata. Mi racconta che qualche settimana prima il Papa Giovanni Paolo II lo aveva invitato a pranzo per ringraziarlo di averlo confortato nel Seminario Maggiore di Roma con le stesse pagine presentate a Sant' Andrea della Valle. Tale interessantissimo programma, stampato su un opuscolo assieme agli illuminanti commenti di Rolando Alessio Bolognino, comprende inni alla Madonna, alla Croce, a San Franceseco da Paola, a Santa Dorotea, a Pio IX, al Padreterno. Ci stupiamo che il protagonista dell'evento sia il medesimo pianista collaboratore alla tivù e in teatro dei più celebri divi della lirica.
Oggi scopriamo effettivamente che Nicolosi è un prodigio di spiritualità oltre che di musicalità. Ma il saio ancora non l'indossa. Ed è lo stesso Rolando Nicolosi da poco ricevuto in udienza e abbracciato dall'argentino Papa Francesco, suo connazionale. Amici di vecchia data. Tant'è che in uno dei suoi viaggi a Roma il Cardinal Bergoglio era stato addirittura invitato a cena dal Maestro Nicolosi: una cordialissima agape fraterna conclusasi con il musicista alla tastiera per congedare così nella maniera più gioiosa il mitico prelato, che ascolta estasiato il Liszt di San Francesco di Assisi che predica agli uccelli e di San Francesco di Paola che cammina sulle onde, per concludere magari con La Cumparsita. 
I meno giovani ricordano pur con estrema nostalgia il Rolando Nicolosi del tubo catodico in Domenica in e in Adesso musica, pioniere qui nell'educazione lirica e cameristica del teleabbonato. 
Proponeva e accompagnava le stelle del melodramma e del concertismo, quali Mario Del Monaco, Ferruccio Tagliavini, Carlo Bergonzi e ancora Pavarotti, la Kabaivanska, Bruson, la Moffo, la Scotto, la De Los Angeles, Di Stefano, Gazzelloni, Alirio Diaz... Ed è stato tra i protagonisti da me ripetutamente voluti e invitati a RAIUNO nelle lunghe serie estive di Un concerto per domani da Palazzo Labia di Venezia e di Voglia di musica dalla Chigiana di Siena. 
Non basterebbe un volume di migliaia di pagine per narrare il Nicolosi attivo didatticamente e concertisticamente in tutto il pianeta: dalla Cina alle Americhe, dalla Russia alla Spagna, ma soprattutto, da oltre mezzo secolo, in Italia, rivelatosi qui, la prima volta, ventenne, sostituendo all'ultimo momento il suo docente Carlo Zecchi (con cui si stava perfezionando) per accompagnare al pianoforte una collana di romanze cantate da Tito Schipa. Fu un trionfo.
Potrei infine definire Nicolosi attraverso un suo pregio e un suo difetto: sono la generosità e di nuovo la generosità. Si tratta certamente di virtù quando la riserva e la riversa su chi gli sta vicino, sugli amici, sugli allievi, sui colleghi: incalcolabili offerte materiali e spirituali. Quando alle ore 15 del 23 marzo 2006 morì di tumore al cervello il mio secondogenito Gabriele, lui - Rolando - è stato il primo, pur sotto un furioso temporale a precipitarsi in casa mia, ai piedi del suo letto, con un enorme mazzo di gigli bianchi, consolando me, mia moglie e il primogenito Federico attraverso il proverbio siciliano: "Se uno muore alla luce dei lampi e al suono dei tuoni significa che gli Angeli stanno scendendo dal Cielo per portarselo direttamente in Paradiso".
Come ho appena affermato, la generosità di Nicolosi può infine rivelarsi anche come difetto, dato che, in qualità di presidente della giuria, lui la esercita ad esempio persino di fronte ai candidati meno preparati e meno dotati di un concorso: li incoraggia e gli sorride. Chiude un occhio e gli orecchi nonostante che i colleghi della commissione ne sottolineino la serie di inquietanti stecche.
Luigi Fait
 
 

 


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