Il Trovatore è… stato un vero trionfo
Aula Magna della Facoltà Valdese di Teologia a Roma
Per celebrare degnamente il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, nel mese di aprile, il 25, sono state eseguite tutte le arie, duetti, terzetti e concertati dell’opera Il Trovatore presso l’Aula Magna della Facoltà Valdese di Teologia a Roma.
Perfetta la scelta del Trovatore, a cominciare dal titolo, romantico e notturno: è un’opera che riassume perfettamente il melodramma italiano della prima metà dell’Ottocento, musicalmente e dal punto di vista drammatico, densa com’è di passioni terrificanti, Di odio e di sospetti, di amore e di vendetta.
La vicenda, torva e quasi inverosimile, viene dipanata dal librettista, il sommo Salvatore Cammarano, in modo volutamente oscuro, con una simmetria geometricamente perfetta, in cui recitativi, arie e cabalette si incastrano con sorprendente naturalezza, la naturalezza che può scaturire solo da un genio poetico unito ad un genio musicale.
Il Trovatore è quindi un’opera perfetta, sia per il suo Autore, sia per il periodo, incredibilmente moderna, anche se apparentemente sembra la più conservatrice: la struttura teatrale e musicale del Trovatore è tradizionale, ma la tradizione è superata da un linguaggio assolutamente nuovo, che eleva una vicenda banale al livello di una tragedia greca, in cui la protagonista è sempre la stessa, Nemesi, la dea della vendetta che colpisce attraverso le generazioni, costringendo i figli innocenti ad espiare le colpe dei padri.
Giuseppe Verdi ordina i ruoli vocali in modo paradigmatico: abbiamo il tenore più eroico, il soprano più appassionato, il baritono più feroce, il mezzosoprano più torvo ed inquietante, anche se pervaso di amore materno, il basso più sentenzioso, ed il ruolo del coro deriva direttamente dal coro della tragedia greca, cioè testimone della vicenda.
Per eseguire degnamente il Trovatore, e rendere quindi il dovuto omaggio a Giuseppe Verdi, i ruoli vocali devono essere affidati a cantanti esperti, capaci di rendere le mille sfumature con cui le passioni archetipe dell’opera vengono tradotte in musica, compito adeguatamente ed egregiamente svolto il 25 aprile. Il giovanissimo Tenore Aleandro Mariani, con la sua bellissima voce, si è rivelato un eccellente Manrico, ogni frase cantata con il cuore e con eccezionale dinamica, con una gamma notevole di sfumature, con un fraseggio emozionante ed appassionato. Nella famosa e difficile romanza “Di Quella Pira”, ha avuto una vera ovazione, con insistenti richieste di Bis; Il baritono Daniele Terenzi, altrettanto giovane, un perfetto Conte di Luna, cattivissimo ed appassionato, come il ruolo richiede; Ehsan Zandaveh, giovane basso Iraniano, un appropriato Ferrando; il mezzosoprano Maria Ratkova, altrettanto giovane, con la sua bellezza scenica ha saputo interpretare con grandissimo temperamento Azucena, una madre torva, tenera ma allo stesso tempo molto espressiva e passionale; la dolce Ines, confidente fedele della protagonista, era impersonata dal delizioso soprano Hu Chun Xi; La protagonista, Haydée Dabusti famoso soprano argentino, ha interpretato in maniera eccezionale Leonora. Le capacità vocali del soprano, unite ad un temperamento appassionato, ad un’incredibile immedesimazione nel personaggio, e ad una grandissima musicalità hanno reso indimenticabile questa esecuzione del Trovatore: la cavatina, Tacea la notte placida, è terminata con scroscianti e lunghissimi applausi, applausi che poi hanno accompagnato ogni aria, ogni duetto, ogni brano quindi dell’opera, dall’inizio alla fine, senza soluzione di continuità.
Tutti i brani sono stati presentati da Orchidea Salvati, docente di Estetica musicale al Conservatorio di Santa Cecilia in Roma: con grande sapienza e con la sua voce dolce e musicale ha illustrato al foltissimo pubblico che gremiva la stupenda aula Magna la genesi dell’opera, molti gustosi particolari, ed ha introdotto ogni singolo brano.
IL difficilissimo compito di condurre non solo senza intoppi, ma con un crescendo trionfale questa selezione dell’opera è stato svolto egregiamente, come al solito, dal leggendario Maestro Rolando Nicolosi: non era certo facile assicurare la necessaria coesione musicale in un’opera così complessa, ricca di duetti e brani d’insieme. Del resto, la sua bravura è ben nota: è sufficiente citare il famoso elogio della grande Renata Tebaldi, espresso pubblicamente durante una trasmissione televisiva di RAI 1: “Tanto bravo veramente il Maestro Rolando Nicolosi che quando suona, si potrebbe quasi dire che l’orchestra non è necessaria”.
Vincenzo Niutta
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